lunedì 24 aprile 2023

Infanzia C. Gonone VI appuntamento

Lunedì  24 aprile 2023 6 incontro


 Le classi de corso di fumetto andranno in gita a visitare le domus de janas di Galtellì, perciò prepariamo assieme un fumetto sulle Janas che abitano lì!

Abbiamo letto assieme La danza sotto la Luna, il racconto scritto da Franciscu Carlini nella raccolta Sa domu de s'orcu.





LA DANZA SOTTO LA LUNA



C'era una volta un giovane capraio di Galtellì, che sul monte Tuttavista pascolava il gregge che suo padre gli aveva lasciato morendo.

Una notte di luna piena d'agosto, mentre era disteso sotto un leccio, udì il suono di una fisarmonica che mai aveva udito prima.

- Fisarmonica qui? - si domandò. - Chi può essere che suona a notte fonda in un posto come questo?

Voleva dormire perché era stanco, ma il suono gli giungeva chiaro, portato
dal vento leggero e caldo dell'estate.

Due o tre volte si rigirò sull'erba secca con gli occhi che si chiudevano da soli. Ma il suono della fisarmonica continuava nel dormiveglia e non lo faceva dormire. Allora, anche se controvoglia, si levò e, attirato dalla malia della musica, si mise a camminare in mezzo al bosco finché non giunse davanti a una grotta.

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Incuriosito, si avvicinò all'ingresso ed ecco una folla di Fate, alcune che ballavano e volavano e altre mangiavano fichi, more e profumatissime erbe selvatiche. Altre ancora sbattevano le ali mentre si dissetavano con fresco infuso di malva e miele di corbezzolo. Minuscole ragazze, Janas, una più bella dell'altra e molto allegre.

- Janas in questo posto? Mai viste prima!

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Appena lo scorsero: - Vieni qui, vieni qui, - gridarono tutte insieme, e una lo prendeva a danzare, un'altra gli dava more e fichi e un'altra un bicchiere di quella bibita squisita. E il giovane capraio mangiava e beveva e danzava con questa e con quella Jana, e tutte lo volevano e se lo strappavano a vicenda esclamando
-Adesso a me, adesso è il mio turno.

La luna illuminava l'ingresso della grotta ed era bello per lui quanto gli stava accadendo, mai si era divertito come allora, sempre dietro alle capre o fermo come un sasso nelle vette dei monti per averle sottocchio, mai aveva udito un suono di fisarmonica in montagna, che era altro suono da quello che si sentiva in paese in un giorno di festa grande.

Ballando e mangiando e bevendo, era quella una vita mai fatta, con quelle minuscole ragazze che lo facevano volteggiare con i piedi leggeri leggeri, gli facevano mangiare e bere tutta la frutta e tutto l'infuso che mai aveva mangiato e bevuto. E la luna sempre lì, la grande luna d'agosto. E il loro riso, un ridere senza fine, diverso da quello delle poche donne che aveva udito ridere. E la fisarmonica, suono di voce umana, suono del vento, di tutti i venti che conosceva correvano in mezzo al bosco.

-Se tu ti dimentichi di noi, finisce la musica, finiscono le danze e solo la voce delle capre ti farà compagnia, - gli ripetevano cantando le Janas, che l'avevano messo dentro il cerchio della danza, e lui, come in un sogno, continuava a ballare ora con questa ora con quella Jana.

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Tramontava la luna e finiva la notte.
Le Janas a passo di danza tornarono a nascondersi nelle antiche domus, vicino al castello di Malicas a Galtellì.

Muta la fisarmonica, sparite le Janas, il giovane capraio ridiscese dalla montagna e rientrò al suo paese.
Ma quello era il paese che conosceva? Sembravano molte le cose cambiate, le strade e le case, perfino la gente.
I bambini e le bambine del vicinato erano cresciuti: chi aveva 3 anni ora ne avevano 13, chi ne aveva 8 ora ne aveva 18.

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Anche la madre del capraro ora aveva qualche capello bianco in più.
La donna, come lo vide, si mise a piangere, gridando: Figlio mio, mio amato figlio, perché sei scomparso?
In quale luogo lontano sei vissuto?

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Allora il giovane capraio seppe che quella che gli era sembrata una notte era stata lunga dieci anni



















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